diario di cammino di Gabriella Bellenzier (ottobre 2004)
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21 settembre: Najera
Parto sempre più presto. I pompieri stanno pulendo il paese e con la canna dell’acqua mandano a casa gli ultimi nottambuli.
Con un po’ di timore passo per le vie, ma poi mi ritrovo serena, immersa in questa natura così bella. Cielo di stelle e penso a come sarebbero questi sentieri di terra rossa se piovesse: ho un motivo in più per ringraziare “el Señor”.
Sono abbrustolita dal sole e, nonostante il venticello, il Camino si fa sentire. Sono otto giorni che cammino ma i piedi sono un po’ cotti, così mi fermo spesso alle fontanelle e li rinfresco. Oggi, mentre ero coi piedi a mollo vicino ad una chiesa, è passato uno sposalizio. Bellissimi tutti. Io come pellegrina ho avuto la mia parte di coriandoli e di confetti. Sono emozioni!
A causa di un’alluvione della primavera ho avuto difficoltà a passare un fosso, perché mancava il ponte, ma è stata l’occasione per conoscere un gruppetto di tedeschi. Ci siamo aiutati.

22 settembre: Santo Domingo de la Calzada
Giornata un po’ nuvolosa e si cammina bene, ancora in mezzo a campi di grano. I colori dell’autunno stanno arrivando e fotografo la prima foglia gialla. Le righe scure bruciate delle stoppie sembrano pennellate di un artista. Terre di tutti i colori, valli, collinette: è tutta un’armonia. Arriva un pastore che con il cane fa transumare le pecore e penso ancora una volta che tutto il mondo è paese.
Questa sera sono in un vecchio monastero, pulito e pieno di fascino. Con i piedi nel solito catino, che ho usato anche quando sono andata a piedi a Roma nel 2000, mi sembra di essere fuori dal mondo e penso che camminare fino a 25 km col peso dello zaino è serenità. Il resto è sofferenza!
Questa sera nella chiesa dorata, per non dimenticare una storia miracolo, posso vedere la grande gabbia illuminata a giorno con dentro un gallo e una gallina bianchi, vivi e secondo me molto tristi.

23 settembre: Belorado
Un buon profumo di ulivo bruciato esce dai camini. Oggi + 8, sempre con la pila per un paio d’ore, ma così si evita il caldo del pieno giorno. Il ponte e il campanile illuminati sono molto suggestivi. Questi borghi medioevali mi accolgono la sera e mi salutano la mattina con grande cordialità e il pellegrino si sente parte di essi.
Tutto nuovo questo rifugio gestito da una giovane coppia con bambini. Sul campanile a vela le cicogne nei loro nidi: è proprio bello girare il mondo a piedi!
Ieri avevo fotografato un deposito di patate pensando al mio piccolo campo di Coi. Oggi vedo terre a non finire, piene di sassi e di patate grosse come meloni. È una terra tutta coltivata e concimata a letame. Non vedo cippi di confine, tanto sono grandi le proprietà. L’unico cippo che vedo tutti i giorni è quello con la conchiglia per el Camino de Compostela.
Sosto con delle persone anziane nel loro garage. Bevo la loro acqua frasca e parlo un po’. La maggior parte degli uomini spagnoli maturi conoscono l’Italia per i suoi porti di mare, perché ci arrivavano con le navi, e io devo spiegare che sono italiana a nord di Venezia! 

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