diario di cammino di Gabriella Bellenzier (ottobre 2004)
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14 settembre: Jean Pied de Port – Roncisvalle
Parto alle 7 con zaino pesante, scarponi e tanta buona volontà. Gruppetti mi precedono, altri mi seguono.
Alle 5 dalla finestra ho visto una grossa stella, Sirio. Spero sia di buon auspicio. Subito asfalto per lasciare la cittadella. Poi su e giù per colline, prati pieni di rugiada, pecore bianche con lana lunga, muso nero e corna da bech… Mi fermo ogni due ore.
Sono sui Pirenei e oggi c’è il massimo dislivello di tutto il “Camino”: metri 1.400. Piove. Con l’ombrello, vado. Il peso sulla schiena è l’unico sacrificio. È tutto molto bello e sono felice di essere qui.
Arrivo a Roncisvalle con decine di avvoltoi che mi volteggiano sopra la testa. Sono enormi. M’incuriosisce una lunga fila di gabbiotti lungo i costoni e chiedo spiegazione. Rimango delusa perché sono dei roccoli per sparare ai colombi!
Siamo 150 nel grande camerone, ex ospedale-fortezza di Carlo Magno. Ormai sono in Spagna! Mi viene regalata una conchiglia e la appendo allo zaino. Una commovente cerimonia nella piccola chiesa, per il pellegrino, chiude la giornata. Qui ho visto il primo altare dedicato a San Tiago.

15 settembre: Larrasoaña
Parto come il solito. È ancora buio. Purtroppo dopo una notte stellata piove. Qui il tempo è strano: pioggia fine fine all’improvviso, arcobaleni e nuvole di sole. Dicono che è colpa dell’Atlantico… ma io col coprizaino e l’ombrello cammino bene, è ventilato e la quota è sui 700 metri.
Attraverso boschi e paesi bellissimi. Tanti animali al pascolo. Il sentiero è ben tenuto e ben segnalato con una freccia gialla. Lo zaino di Severino va molto bene e mi sto abituando anche al peso. Durante il giorno mangio al sacco e la sera faccio un pasto nei piccoli bar.
A Larrasoaña, paesino sulle colline, arrivo alle 16. Vado in municipio per il timbro. L’incaricato è addirittura il sindaco ed è un appassionato per il Camino de Compostela.
Ho conosciuto un ragazzo di Belfast. Era in Seminario e cammina per trovare risposte. Ceno al bar del Pellegrino con tante persone amichevoli ed interessanti. Un tramonto rossissimo ci mette speranza. Sopra il nostro albergue volteggiano un nibbio reale e un gipeto.
Incontro anche Virgilio, un giovane spagnolo che con ago e filo si sta aggiustando il sacco a pelo.

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