diario di cammino di Gabriella Bellenzier (ottobre 2004)
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18 ottobre: Santiago
Piove e tutti dormono. Questa mattina il cappuccino è a pochi passi. Molti rimangono in Spagna e ancora per un lungo periodo. Io fisso l’aereo per venerdì 22 ottobre. Ho calcolato che quattro giorni mi bastano per arrivare a Finisterre.
Ancora visita alla Catedral. Il Portico della Gloria è bellissimo. La colonna centrale ha degli spazi per mettere la mano e chiedere grazie a S. Giacomo. Ai suoi piedi la testa di un maestro dell’arte. Col capo si danno dei colpetti per implorare intelligenza e saggezza.
Messa e ancora emozioni. Poi musei, mostra fotografica sul pellegrino bellissima, souvenir per i miei cari e tante cartoline che scriverò un po’ al giorno dopo le mie tappe. Cercano di convincermi a restare qui al riparo a girovagare per Santiago. Sono molto tentata, ma bene o male voglio arrivare coi piedi nudi nell’Oceano.
Non saluto nessuno perché li rivedrò giovedì sera. L’ultima notte la passerò qui. Posso lasciare tanto del peso che ho nello zaino. Ritroverò tutto al mio ritorno e sono sicura che avranno cura. Ancora qualche ora con gli amici tedeschi. Foto. Scambio di indirizzi. Un po’ di malinconia. Io sono fortunata perché faccio progetti per la mia camminata di domani: Santiago - Negreira km 30. Tutti loro per fare questi ultimi 110 km aspettano il sole.
Seduti al Più bar, a Santiago, ci rendiamo conto che il pellegrino non deve sostare a lungo. Deve camminare, faticare, condividere per essere la persona speciale che è. Ritorniamo presto all’albergue, per riguardo nei miei confronti. Domani sarà dura: pioggia, poca segnaletica e pochi pellegrini. Non scorderò mai questi cari amici e il grande calore che hanno saputo darmi.

19 ottobre: Negreira

Parto sotto la pioggia. È ancora buio nonostante siano le 8 passate. Mi mandano baci e addii dai letti. M’invitano ancora a restare, ma io vado.
Sempre i soliti 3 km per arrivare a Santiago e qui finalmente trovo il nuovo percorso. La Plaza do Obradorio è tutta illuminata. È bellissima. Cammino piano. Voglio trattenere la magia di ogni angolo di questa città, anche perché fra poco non avrò più luci ma giornate piene di pioggia. Le statue della Prudenza, Giustizia, Fortitudine e Temperanza mi fanno coraggio e vado.
Saluto la Catedral che intravedo da lontano in mezzo alla nebbia. Il palazzo di S. Lorenzo è chiuso e non posso visitare il chiostro. Mi dispiace, ma mi devo abituare all’idea che quest’ultimo tratto del mio andare non è ben organizzato. Devo prestare attenzione anche alla segnaletica. Non trovo sempre la freccia gialla, ma alla fine di tutti questi disagi sono sicura che qualcosa troverò!
Ponti medioevali, chiese barocche, mulini restaurati… e sono, dopo 7 ore, a Negreira. Non ho trovato nessuno in tutto il giorno. Pensavo di essere la sola matta, invece all’ospitale – rifugio c’è la Katya col braccio ingessato da 40 giorni. Sta asciugando gli scarponi col phon! La villa medioevale citata da Hemingway, nel romanzo “Per chi suona la Campana”, chiude la mia giornata.

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