diario di cammino di Gabriella Bellenzier (ottobre 2004)
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3 ottobre: Leòn
Arrivo presto. Qui la terra viene un po’ trascurata perché questa è una città industriale e turistica. Leòn è veramente bella e ancora tanto romana. Ho girato tutto il pomeriggio anche perché non si poteva riposare: nella grande piazza dietro l’ostello-monastero stavano facendo la festa dei prodotti della campagna. Sfilavano con carri, bandiere, bande popolari… C’era cibo gratis per tutti ma io non ho osato approfittare. In giro ci sono molti casi di mal di pancia e vomito.
La famosa cattedrale è tutta di pietra con grandi colonne e la cosa stupenda sono i vetri, a migliaia e di tutti i colori: raffigurano scene sacre con grandi rosoni e finestre di tutte le dimensioni. Però non c’è atmosfera religiosa. La gente, a centinaia, parla e fa rumore nonostante gli avvisi, così sembra un museo.
Alla messa vado nella spoglia eglesia de San Isidoro, dove viene celebrata una speciale funzione per il pellegrino. Fuori sul piazzale continua la sagra. Ne vedo di cose strane: falchi e gufi alla catenella, bambini con la corona in testa in groppa agli asinelli, una giostra con quattro cavalli di legno azionata a mano da un uomo in costume medioevale. Il tempo lo dà una clessidra: certamente sarà per ricordare storie e leggende. Vorrei capire tutto, ma come si fa?
Conrad, il tedesco, suona con l’organetto la montanara e finalmente alle 23 tutto è silenzio!


4 ottobre: Villadangos del Pànamo

Oggi trovo che i contadini lasciano della frutta davanti alla loro casa. È per il pellegrino in segno di riguardo. Ancora buona acqua alla fonte, ma con tanti scarichi di auto visto che cammino vicino alla strada. Alle 14 sono all’accogliente rifugio. Paesini fuori del mondo, nonostante che qui vicino corra l’autostrada. Certo che sti romani erano proprio dei ficcanaso, eppure con le loro strade e acquedotti hanno collegato tutta l’Europa.
Oggi il Camino de Santiago è più sporco del solito. Da giorni ormai mi arrabbio osservando le immondizie lungo i bordi che nessuno raccoglierà. Solo il vento le sposta, mi spiega un anziano. Immagino che cosa sarà fra qualche anno! Per i residenti c’è il solito prezzo da pagare. I loro paesi sono pulitissimi e così il contrasto è ancora più evidente.
Per protesta hanno tagliato per 20 km gli alberi giovani perché non facciano ombra al pellegrino. In un giorno noto la cortesia e l’ostilità, ma naturalmente provocate dal nostro comportamento.

5 ottobre: Astorga
Seduta sulle mura di questa antica città penso ai 500 km che ho fatto. Sono soddisfatta. Ho ritrovato anche Magda e Michael. Questa mattina sono passata su di un ponte medioevale bellissimo, il più lungo del Camino.
La città di Augusta sembra tutto un castello. Mi dicono che qui c’è l’ultima cattedrale prima di Santiago. Da domani solo eglesia con campanile a vela e, naturalmente, con sopra alti nidi di cicogne. Queste comunque sono le chiese che preferisco. Ho lasciato al rifugio il materassino. Mi era solo d’impiccio perché fuori stagione non serve.
Ho salutato la Mariann di Berna. Ritornava a casa. Finirà il pellegrinaggio il prossimo anno. Ci siamo fatte un po’ di compagnia. Trovo nuovi amici e vado…
Ritrovo anche il tedesco strambo. Si è un po’ calmato perché anche lui ha mal di pancia. Il ricovero è piccolo ma buono. Spero che nessuno russi come la notte passata: non ho chiuso occhio!

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