Saint Jean Pied de Port è diventata ormai il punto di partenza classico del cammino francese in alternativa a Roncesvalles. Il percorso prevede il superamento dei Pirenei per il punto più alto, il colle di Lepoeder a quota 1430 metri sul livello del mare. Pertanto questa prima tappa presenta un dislivello di ben 1265 metri che, aggiunti alla lunghezza di 24,2 km, ne fanno una tappa piuttosto impegnativa.
Iniziare in questo modo potrebbe essere controproducente e difficile per chi non ha un po’ di preparazione e pertanto potrebbe essere consigliato il percorso alternativo (1/a) che prevede il transito attraverso il fondo valle meno impegnativo oppure quanto meno, spezzare la presente tappa portandosi fino a Honto o più avanti al Refuge Orisson per riprendere il giorno successivo … ma questi sono solo dei suggerimenti, poi ognuno farà come meglio crede.
Descrizione percorso classico (Via Alta):
ATTENZIONE: nel periodo invernale dal
01/11 al 31/03 la via Alta, per ragioni di sicurezza, viene ufficialmente chiusa.
La città di Saint Jean Pied de Port, chiamata in basco Donibane Garazi, è dal secolo XII la porta d’ingresso che dalla Francia porta al territorio navarrese passando per il passo di Ibañeta. La città conserva la sua architettura medievale di città fortificata. Il “camino de Santiago”, percorre la “rue de la cittadele”, tra edifici medievali e storici come la “Prigione dei Vescovi”, da porta San Jaques fino all’Arco di San Juan che immette al pont d’Espagne sulle acque del rio Nive. Da qui, il cammino prosegue lungo la strada fino a raggiungere una biforcazione >>> (vedi foto sotto).
Prendere a sinistra (Via Alta) come indica la tabella posta sul muretto con scritto “Chemin de Saint Jacques de Compostelle” GR65. Una dura salita ci attende e va affrontata lentamente per evitare di compromettere il resto del cammino. Si sale così su strada asfalta tra case e quartieri quali: Iruleya y Erreculus, circondati da verdi prati e dopo circa 5 km si giunge a Honto.
Dopo aver oltrepassato le ultime case, la salita si attenua e prosegue con un sentiero che sale con una successione di tornanti. Finito il sentiero si ritorna nuovamente sull’asfalto, passando accanto a una fonte e ad una tavola di orientamento. E’ un buon punto di osservazione dal quale si gode una splendida vista su Saint Jean Pied de Port e parte dell’Aquitania francese (percorsi 6,4km).
Un chilometro più in su arriva all’ostello Orisson, un’ulteriore alternativa per passare la notte in particolare per chi abbia iniziato la tappa a pomeriggio avanzato (telefonare e prenotare). Si prosegue per una stretta strada di montagna, in compagnia di pecore di razza Manech e di robusti cavalli insensibili ai rigori del clima.
Quattro chilometri circa più avanti e ad un centinaio di metri dalla nostra strada, su una altura alla sinistra, si può scorgere la statua della Vergine di Biakorri >>>, adornata di fiori, collane, croci, conchiglie ed altri oggetti offerti dai pellegrini (percorsi 11,3km); ottimo posto per una pausa di cammino.
Proseguiamo lungo la strada dalla quale stiamo provenendo e che curva a destra. Dopo venti minuti di marcia si oltrepassa un bivio che alla nostra destra, scendendo, porterebbe fino alla località francese di Arnéguy. Si prosegue invece dritti e due chilometri più avanti, si arriva al bivio, punto chiave della tappa >>>
(vedi foto a Sx). Sulla destra della strada c’è un cartello di legno sorretto da pietre, con inciso l’iscrizione Roncevaux/Orreaga (Roncisvalle in francese e in Basco) e a lato di tale cartello, una piccola recinzione con al centro una croce in pietra.
A questo punto prendere a destra abbandonare la strada asfaltata D-428 e continuare per il prato pirenaico.
Si passa immediatamente accanto ad un’altra piccola recinzione con al centro una pietra/cippo. Si sale lungo il pendio verde fino al dosso. Manca solo 1 Km al confine con la Spagna e giungere al valico di Bentarte, dove si trova la Fontana di Roldán, che ricorda il paladino di Carlo Magno sconfitto insieme al suo esercito, nell’anno 778 dai Baschi (Km 16,5). Poco dopo, un triplo segnale in legno ci indica, di proseguire a destra verso Roncesvalles. Lungo una pista che attraversa una splendida faggeta, si raggiunge il colle di Lepoeder, la quota massima della tappa a 1430 metri di altitudine (percorsi Km 20,5). Qui si presentano due possibilità per proseguire, comunque ben segnate.
A sinistra la più corta, ma con la difficoltà di dover scendere per dei ripidi pendii che possono diventare pericolosi in caso di pioggia o fondo bagnato.
A destra, più lunga di 400 metri però decisamente più facile, passando per il passo di Ibañeta.
E’ preferibile la più lunga e scendere quindi a destra per la strada asfaltata. Le vedute sono grandiose e ci rivelano il paesaggio della tappa di domani: boschi di faggi, Roncesvalles poi Burguete e la valle dell’Erro. Arriviamo così al passo de Ibañeta, dove si trovano, la slanciata chiesa di San Salvador, costruita in ricordo di un antico eremo in cui si faceva suonare la campana per guidare i pellegrini medievali e il cippo che ricorda il paladino Orlando.
Alla tappa manca solo un sospiro e il nostro itinerario si inoltra attraverso la faggeta per giungere finalmente a Roncesvalles.
Problemi con la segnaletica?
La segnaletica è buona però questa tappa ostenta il record di persone che si perdono, soprattutto d'inverno, con neve o con nebbia (Da diversi anni, ogni stagione dal 1 nov al 31 marzo la tappa viene interdetta al flusso dei pellegrini)
D’inverno quindi e in caso di previsione di maltempo la cosa migliore è optare per la via alternativa che sale per la strada di Valcarlos.
Ricordare che quando si arriva al cumulo di pietre che sorreggono il cartello Roncevaux/Orreaga, si devia verso destra per il prato verde e la vicina croce di pietra recintata.
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