diario di cammino di Angela Maria Seracchioli (inverno 2002) |
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14 novembre -
Carrion de los Condes – Terradillos de Templarios 26 km. Partenza alle 7.40, lascio i messicani che prendono la corriera per Leòn, hanno poco tempo e vesciche mostruose. 15 novembre - Terradillos – Sahagun 13 km. Poi in treno fino a Leòn Partenza solitaria alle 7.50 sotto una pioggerellina che smette ben presto, le nuvole sono nerissime. Cammino bene capendo bene che ci vuole una grossa motivazione per mettersi in cammino sotto un cielo così cupo e in un paesaggio così triste. Ma invece cammino di buon passo visto che alle 11.00 sono già arrivata. Alle 14.00 ho il treno per Leòn e me la prendo comoda, mando messaggi in internet, Luciano mi ha scritto e mi fa piacere. Compro una berretta di pile visto che ho perso la mia a Los Arcos , telefono a una amica a casa per sapere come sta la mia gattina che ho lasciato ammalata…in Italia diluvia da giorni, la micia sta bene. Il treno pare correre a una velocità spropositata, non sono più abituata a vedere passare le cose così in fretta. Leòn si presenta in tutta la sua bellezza, lustra di pioggia la cattedrale è magnifica contro un cielo acora pieno di nuvole. L’albergue delle monache, ho seguito di nuovo il consiglio dell’ometto di Burgos preferendolo a quello comunale, pare un collegio, l’albergador è molto gentile e accogliente, sono arrivata nello stesso tempo di un colombiano e di un francese in bicicletta e lui ci indirizza verso un barretto dove mangiare. Andiamo poi alla cattedrale che dentro è ancora più bella che fuori. Pulita, senza tanti ori barocchi a confondere le bellissime linee gotiche, le vetrate sono fantastiche anche il chiostro è stupendo…peccato che resti solo poco tempo per visitare Sant Isidoro e nient’altro, mi riprometto che quando tornerò a fare le tappe saltate mi dedicherò ad una visita accurata di questa piccola città molto interessante. Alle 18.00 c’è la messa con le monache benedettine e noi, i pellegrini, abbiamo l’onore di sedere nel coro con loro. Le monache cantano il gregoriano come angeli, sono venticinque e pare una voce sola, la monaca solista si dà il ritmo quasi danzando…mi viene da piangere, piango tanto ed è bellissimo. Poi di nuovo in giro per la città che ora si è animata, si sente che è un’importante città universitaria, le strade sono piene di giovani, ad ogni angolo c’è un localino carino pieno di gente. Nella calle Ancha incontro gli svizzeri anzianotti, lei si lamenta che le fa male una gamba…"a due passi da Santiago" mancano ancora più o meno 250 km ma per loro che ne hanno già fatti 1700 sono due passi "mi fa male una gamba…" poi un’orchestrina di strada suona l’abbannera della Carmen e lui la trascina nella danza…sono così belli, pieni di vita a quasi 70 anni! All’ostello c’è un’altra coppia notevole, due giovanissimi italiani, lei è incinta di 7 mesi, camminano tutti i giorni con regolarità, lui porta lo zaino per…tutti e 3 sono i cocchi di tutti e lungo il camino incontrerò altri che mi parleranno dei due….anche questo è il Camino…gente che in un modo o nell’altro è speciale, incontri in cui l’età, la provenienza, la motivazione conta poco perché quello che accomuna tutti è il camminare lungo un sentiero verso una meta simbolica che è per tutti Santiago. Al ritorno all’albergue c’è la Compieta di nuovo cantata con le monache e poi si resta a chiacchierare, per fortuna non si va a letto troppo presto perché i letti sono tanto morbidi da spaccarti la schiena. La camerata pare un po’ un ospedale, c’è una spagnola che fa due passi in una pietra per la tendinite, un francese che ha un’infezione in un piede…un altro che zoppica per qualche altra ragione…ma tutti partiranno domani. |
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