diario di cammino di Angela Maria Seracchioli (inverno 2002)
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5 novembre - Estella _ Los Arcos 21 km.
Scrivo su una panchina a Los Arcos vicino ad un fiumiciattolo pieno di papere. Ho fatto una bella doccia e pure una lavatrice! Oggi in assoluto è stata la tappa più bella fin ad ora. Su 21 km. 12 di solitudine in un paesaggio largo e ondulato. Fa caldo, un sole mite vivificato dal vento ha accompagnato tutto il percorso, ho fatto tante foto di colline deserte e arate dal bel colore rosso cupo. Ancora tanti vigneti e campi che ho scoperto essere di asparagi. Le nuvole si rincorrevano, le gambe andavano bene ma io andavo lenta più del solito per godermi il paesaggio veramente maestoso nella sua semplicità. All’inizio una fontana butta vino….tutta una scusa per costruire un brutto ipermercato attaccato ad un’antica abbazia. L’ostello è un po’ più caro degli altri ma confortevole, siamo tutti qui: Paola ed io, due messicani. Ricardo e Ugo, che sembrano quelli dell’Estathè, la coppia di svizzeri che stanno diventando sempre più socievoli, una canadese Sue che cerca visioni e non le trova, e Oskar uno spagnolo che è al suo secondo Camino e che è tanto simpatico, alle 18.30 ci sarà la cena cucinata da Maria Angel che è la proprietaria dell’ostello e del negozio di alimentari e alle 20.00 la messa…. Ho bisogno di scuse per momenti di intimità nel chiuso di una chiesa, per il resto il camminare da soli è tutta un’intimità fatta per pensare o, quando va veramente bene, per non pensare a niente ed essere tutt’uno con tutto. La messa era prima arriviamo per essere benedetti e via… la chiesa ha una pala d’altare tutta d’oro di un barocco opprimente che ti fa venire in mente l’oppressione spagnola in sud america e tutti i crimini commessi per l’oro in nome di "Cristo" come se in Suo Nome si potesse uccidere! Non mi piace e sono contenta che siamo arrivati tardi alla messa. Forse domani la mia e la strada di Paola si dividono, tutto dipende se gliela faccio a fare tutta la tappa fino a Logrono di 29 km. o mi fermo prima. Ogni tappa ha una sua meta che pare non arrivare mai per poi esaurire la tensione all’arrivo mentre una nuova meta appare all’orizzonte ….proprio come nella vita. Sono andata a letto alle 21, 30 e ora all’1,30 sono sveglia, dormo troppo ma il corpo ha bisogno di distendersi e di riposare.

6 novembre - Los Arcos –Logrono 29 km.
Non so se andrà sempre così ma oggi mi sono sentita proprio in forma anche se la tappa è stata la più lunga fin ora. Partite io e Paola sotto un cielo nuvoloso con all’orizzonte un’alba rossa spettacolare siamo ben presto arrivate a Torre del Rio che ha una bella chiesa ottagonale naturalmente chiusa! E dire che in Italia mi lamento per le chiese chiuse all’ora di pranzo, qui sono perennemente chiuse! Dopo dei saliscendi che la guida definisce "spacca ginocchia" e che non lo sono, arriviamo a Viana. Se ero stanca mi sarei fermata qui ma sono solo le 11.45 e sto straordinariamente bene! Durerà? Sarà vero che il corpo si abitua e che dopo tutto va meglio? Per ora pare così; a Viana ritrovo Paola e gli Svizzeri che mi avevano distanziato, poi Paola riparte e ci ritroviamo al’Ermita de los Condes, chiusa! Il posto è carino ed è a soli 7 km. da Logrono, la tappa finale! E’ bello trovarsi e lasciarsi seguendo il proprio passo, nessuno si stanca o si stufa ad aspettare l’altro e si hanno cose da raccontarsi…si fanno discorsi a puntate conditi da considerazioni meditate in solitudine. Paola ha male forte alla gamba che la sta tormentando da due giorni e che ora è tutta arrossata. All’ospedale dove andremo prima di sera scopriremo che è tendinite e che si dovrà fermare per un giorno…mi dispiace perché le nostre strade si divideranno qui.
Prima è successo che fra Torre del Rio e Viana da una macchina uno mi abbia urlato: "Buen Camino" è bello sentirsi incitati! Alla periferia di Logrono il Camino passa di fronte ad una casetta poverissima dove una donnina ci mette il timbro sulla credenziale. Fino ad un mese fa era la sua mamma la signora Felicia a farlo ma se ne è andata a più di novant’anni il 21 ottobre e lei, la figlia, ce lo dice piangendo, è toccante vedere questa donnina che da: "fichi, acqua e amore" ai pellegrini, i messicani mi diranno poi che su internet avevano già letto della morte della mitica Felicia.
L’albergue di Logrono è bello e ben organizzato ma un po’ impersonale, è comunque bello ritrovarsi alla sera con tutti quelli che si è lasciati la mattina precedente. La canadese che va come un treno è stanca ed è in crisi….le visioni non arrivano…ma perché dovrebbero arrivare?!? Non è che puoi cliccare su Google per aprirti il cuore e l’anima! Fuori ora piove…sono le 20.00 e mi sa che domani sarà sotto l’acqua….vedremo!

7 novembre - Logrono – Najera 29 km.
Partenza veloce con gli svizzeri praticamente al buio, sta notte ha tirato un forte vento e forse non pioverà. Lo svizzero è una guida alpina che cammina ad una velocità spropositata seguito dalla moglie che fa di tutto per stargli dietro, li lascio andare avanti. Arrivo comunque a Navarete in sole 3 ore, ho già fatto 13 km. il tempo più veloce fino ad ora! Ci ritroviamo in un barretto con gli svizzeri e Feliz, un pensionato che passa il suo tempo a fare il volontario negli Albergue del Camino. E’ simpatico ed è con un giapponese che parla molto bene lo spagnolo e che andrà con lui a fare il volontario in un Albergue. Partenza di nuovo veloce, tira vento e i campi sono bellissimi pieni di viti basse rosse gialle, mangio l’uva lasciata sulle viti, è uva da vino ma è dolcissima e fresca. Ci sono ancora 16 km. di fronte a me e per i primi 6 tutto va bene poi la pioggia e la stanchezza alle spalle si fanno sentire. Due tappe lunghe di fila sono tante, l’ingresso a Najera non finisce più, penso che nel ricordo mi dimenticherò dei lunghi ingressi fra le fabbriche ma ora è dura. Per fortuna che il sole esce dalla nuvole proprio quando arrivo ad una fabbrica proprio fuori dal paese sul cui muro di cinta è scritto un "poema sul camino" che qualcuno ha composto. L’albergue è carino, antico, proprio l’albergue dei pellegrini medievali! L’albergador è simpatico, le spalle mi uccidono, speriamo che mi passi perché le gambe e i piedi vanno così bene! Doccia veloce e poi con gli svizzeri vado a visitare un monastero magnifico che si trova nella stessa grande costruzione dell’albergue. E’ un gotico tutto particolare specialmente il chiostro che ha qualcosa di moresco. Vorrei godermelo di più, è un po’ ossessivo dover fare del turismo a "razzo" perché tutto chiude presto o non apre e la notte viene altrettanto presto. Questo è il vero unico svantaggio del fare il Camino in inverno, le giornate sono corte e si deve camminare di continuo se si vuole evitare di arrivare con il buio o se si vuole visitare qualcosa. Ieri avevo ricevuto in internet da un amico la frase di Machado che pare essere uno dei temi conduttori del camino per tutti: "Caminante no hay camino, se hace camino al andar." "Pellegrino non c’è il camino, il camino si fa camminando" Oggi ci pensavo. È proprio così, è come se non ci si potesse neanche voltare indietro perché la sensazione è che dietro si sia formato il vuoto così come davanti non vi è niente se non il nome della meta del giorno. "Qui ed ora " è proprio il Camino e il dolore e la fatica sono alcuni dei mezzi che la strada inventa per farti stare qui.

Scritto su un foglietto appeso su una parete dell’Albergue:
Con el dinero se puede comprar….
· la cama, per no el sueno
· los libros, pero no la inteligentia
· la comida, pero no el ambre
· el sexo, pero no el amor
· la diversion, per no la felizidad
· la cruz, pero no la fez
· un lugar en el cemeterio, per no el cielo.

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