diario di cammino di Angela Maria Seracchioli (inverno 2002)
pag. 4

3 novembre - da Cizur Menor a Puente la Reina 22 km.
La giornata è grigia e promette acqua, Paola ed io partiamo alle 7.15 sempre senza fare colazione cosa che per me è durissima, io non mangio quando cammino, posso stare tutto il giorno senza mangiare o semplicemente sgranocchiando nocciole e uvetta ma senza caffè latte la mattina è una tortura! Primo punto importante del cammino di oggi sarà l’Alto del Perdòn un passo, un colle dove un tempo sorgeva un monastero. Parto bene ma poi la mancanza della colazione si fa sentire. Paola va avanti….il paesaggio è triste e il sentiero fangoso, contro il cielo plumbeo i mulini per l’energia eolica….ma perché non li costruiamo anche noi in Italia? Qui paiono essere in tutti i punti dove c’è un po’ di vento! Cammino adagio, salgo a fatica, sull’Alto del Perdòn ci sono solo io e la scultura molto bella fatta di sagome di ferro che rappresentano i pellegrini. Tira un gran vento e mi affretto a scendere dall’altra parte. Sulla scultura c’è scritto : "là dove il Camino delle stelle incrocia il cammino del vento" che bello! Faccio fatica anche in discesa perché è spuntato un nuovo dolore all’attaccatura delle dita dei piedi, una specie di crampo e dire che i miei costosi scarponi tedeschi si stanno comportando magnificamente…neanche l’accenno di una vescica! E’ incredibile come sotto uno sforzo così prolungato e continuo ogni parte del corpo-macchina venga messa alla prova e così ogni giorno ti devi inventare un modo diverso di camminare, di sostenere lo zaino. E’ proprio una scuola del "qui ed ora" perché anche il corpo ti insegna a sentire ogni passo come unico. Ora il paesaggio è divenuto molto dolce, anche un po’ di sole aiuta a far brillare i colori dell’autunno contro il cielo grigio all’orizzonte. Faccio tante foto, sgranocchio un po’ di cioccolata terribile che ho comprato due giorni fa e che ora mi pare buona e che avevo dimenticato di avere nel fondo dello zaino, è una manna, mi ripiglio ma dura poco. La terra qui è rossa e un contadino la sta smovendo con l’aratro, che buon profumo! Ad un certo punto dovrebbe esserci il bivio per Eunate una chiesa templare che non voglio perdermi. Spero di poter lasciare il "basto" da qualche parte , è una deviazione di 2 più 2 chilometri e sono così stanca! Devo assolutamente mangiare! Eccolo il bivio ed ecco il bar e anche Paola! Tartine all’acciuga (da qui in poi mangerò pesce!) birra, caffelatte e brioches in ordine sparso! Mi tolgo gli scarponi e Paola mi fa un massaggio, rinasco! Buona notizia Eunate è sul Camino Aragonese per cui possiamo andare fino alla chiesa e invece di tornare indietro fare gli ultimi due chilometri che ci separano da Puente la Reina direttamente. E’ un bel momento, il sole risplende, sono le 13.00 e laggiù in mezzo ai campi si vede la sagoma ottagonale della chiesetta. Solitaria, misteriosa, con le arcate che la circondano ripetendo la forma ottagonale. La campagna è tutta rossa, gialla e marrone. Rosse le viti, gialle delle strane piante a pennacchio, marrone-rossa la terra arata. Entriamo fra le arcate e due ragazzi, un ragazzo e una ragazza ci accolgono con un gran sorriso, festosamente: "Ola Peregrine!" Ci vuole poco a fare amicizia tutti e due hanno già fatto il Camino, lui Miguel, l’ha fatto nel modo più difficile, quello del nord che attraversa tutti i paesi baschi, da solo a 17 anni! Dormendo per strada. Ora ha 19 anni, è un bel ragazzo moro con gli occhi scintillanti….un figlio, è immediata questa sensazione, è il figlio che avrei voluto avere pieno di Spirito, di energia, di gioia. Studia storia dell’arte e va matto per il romanico, passione che condivido. Tutti e due sono piccole, grandi speranze per l’umanità. Facciamo foto insieme e ancora insieme ci avviamo verso Puente la Reina. Lei si chiama Leo e studia a Pamplona, lui vive e studia a Valencia. Si sono conosciuti in un gruppo di preghiera e lui è venuto a trovarla per qualche giorno ma lei dice: "è venuto trovare il romanico!" Lui ha la corriera alle 11.00 da Pamplona per Valencia ma ora non si decidono ad andare, stiamo troppo bene insieme. Andiamo in giro per il paese dopo aver lasciato gli zaini all’Albergue., il paese, che è così importante per il Camino o forse lo era più nel passato, non è un gran che fatta eccezione per una bella chiesa romanica e per il ponte. Offro loro da bere, noi siamo sempre digiune o quasi , poi incontriamo un tipo mezzo ubriaco che si tuffa in un gran discorso con Leo sul nazionalismo basco e che poi ci porta nel suo circolo cittadino per offrirci a tutti i costi il liquore locale…il Paciaran , buono, fatto di bacche non ben identificate che ci da il colpo di grazia, sono brilla e Paola ancora di più visto che è astemia…sono sull’orlo del sentirmi male, ho bisogno d’aria e "lo sbronzo" insiste per farci fare il tour del club. Finalmente ce ne liberiamo e ….giriamo e giriamo per trovare un posto per mangiare….finiamo con andare in una pasticceria a mangiare dolci…questo è tutto il cibo del giorno! Accompagniamo i due ragazzi alla corriera, è un abbraccio forte e sentito quello che ci diamo con la promessa di rivederci in Italia….ho un figlio in Spagna! Mi addormento serena, prego, ringrazio, medito.

4 novembre - Puente la Reina - Estella 22 km.
Partiamo insieme dopo una buona colazione. Poi Paola va avanti, oggi cammino bene, la campagna è ondulata e il cielo è grigio ma il vento mantiene lontano la pioggia. L’unico paesino carino che attraversiamo è Cirauqui "il nido di vipere" tutto su e giù su un cucuzzolo….fino a Lorna tutto bene poi il solito calo, mi fa male un polpaccio ma più di tutto mi manca il cibo, ma perché non ho comprato niente a Cirauqui? Mangio quello che resta della cioccolata terribile spero nel paese seguente, Villatuerta che, naturalmente, non ha un bar….ma dove va la gente…dove abitano che tutte le case paiono deserte? Insomma gli ultimi 4 km. fino ad Estella sono sofferenti, la goccia …è una donna a 10 m. dall’albergue che mi dice che l’albergue è chiuso….per fortuna non è vero. Estella è bellina ha tre chiese romaniche fantastiche che però sono chiuse fino alle 18.00 ora della messa. Con Paola andiamo in giro , all’ufficio turistico incontro una signora che mi dice che è una cattiva idea saltare parte delle Mesetas come penso di fare per stare un giorno a Burgos e uno a Leòn….lo dice con fare saputo ….: "è la parte più spirituale del Camino"….sono cavoli miei dove trovo le cose dello Spirito! (Spiegazione: Calcolando il tempo a disposizione e non credendo di poter riuscire a fare più di 25 km. al giorno avevo pensato di saltare alcune tappe come ho fatto per poi scoprire, alla fine, che è vero che il corpo si rafforza e che si può camminare molto di più, come ho poi fatto). Nella chiesa di San Pedro , bellissima gotico-romanica! Un pretino giovane ci accoglie come se ci conoscesse e senza che lo chiedessimo ci apre la porta di un bel chiostro. La chiesa è calda, grande ma intima, nell’abside c’è una colonna incredibile fatta di serpenti intrecciati. Resto per la messa, non sono andata così tanto a messa negli ultimi vent’anni! E mi siedo vicino all’organo. La messa è bella, la musica e il coro delle donne dolcissimo, faccio la comunione e guardo negli occhi il pretino…è un altro figlio… è strano non ho mai pensato alla Spagna come un paese che mi appartenesse e ora, invece, sento delle sottili connessioni. Al momento dello scambio di un segno di pace una bimba attraversa tutta la chiesa per venirmi a dare la mano, poi il pretino benedice le due pellegrine italiane con la preghiera di Roncisvalle e ce la dà, è molto bello.

Benedizione del Pellegrino
O Dio, che chiamasti il tuo servo Abramo dalla città di Ur dei Caldei accompagnandolo in tutto il suo peregrinare e che fosti la guida del popolo ebreo attraverso il deserto: ti preghiamo di guardare questi tuoi servi che, per amore del tuo nome, vanno in pellegrinaggio a Santiago.
Tu sia per loro compagno e guida nel cammino, sollievo nello sconforto, difesa nel pericolo, sii rifugio nel cammino, frescura nel calore, luce nell’oscurità, consolazione nella tristezza e fortezza nel loro proposito, perché con la tua guida arrivino sani e salvi al termine del loro cammino e, arricchiti della grazia e della virtù. Ritornino con salute alla loro casa con perenne allegria e pace. Per Cristo nostro Signore.

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