diario di cammino di Angela Maria Seracchioli (inverno 2002)
pag.8

12 novembre - Burgos – Fromista
(non sono wonder woman…salto 2 tappe in corriera!)

Oggi fa freddo, con tutti gli altri andiamo a fare colazione all’università poi loro partono ed io e Oskar,, che ha male ad un tendine, torniamo in città. La decisione di saltare due tappe è meditata anche se mi rattrista molto, facendo lunghi conti sulle tappe che mi aspettano che tengono conto della mia impossibilità, così almeno credo, di fare tappe più lunghe di 30 km. e dopo un’occhiata anche al portafoglio, mi rendo conto che se voglio essere a casa entro il 4 dicembre devo saltare delle tappe e non voglio perdermi le più interessanti che paiono essere verso la fine. Insomma prendo la decisione di saltare le prime due tappe delle mesetas lasciando poi il posto sulla credenziale per i timbri che non mi sono meritata. Tornerò a fare le tappe saltate, non so quando ma so che lo farò perché so bene cheil Camino è la vita e non si possono saltare le tappe! Volevo partire domani ma con piacere scopro che c’è una corriera per Fromista oggi pomeriggio alle 17,30 questo mi permette di rimettermi in cammino domani mattina. Questo vuol anche dire perdere i compagni di cammino o meglio, di tappa, con cui mi sono trovata tutte le sere, mi dispiace ma così è il Camino; le famiglie di pellegrini si formano e si separano con la speranza di ritrovarsi a Santiago o almeno così ci si lascia. Alle 10.00 vado a visitare il "monasterio de la Huelgas" proprio dietro all’albergue. E’ la cosa più bella che ho visto a Burgos, il chiostro romanico è stupendo e la visita guidata è molto interessante. Il monastero è ancora abitato da 40 monache cistercensi di clausura, è un complesso di chiese e oratori molto compatto. Qui imparo cosa vuole dire "passare una notte in bianco" era la notte che i cavalieri passavano vestiti di bianco e in preghiera prima dell’investitura. Huelgas vuole dire riposo in castigliano antico perché qui era dove Alfonso XIII e sua moglie Eleonora sorella di Re Riccardo Cuor di Leòne, che ne sono stati i fondatori, venivano riposare. Da allora, il secolo XII, fino al 1800 il monastero ospitava solo monache di origine nobile e la badessa aveva il potere di un vescovo e riscuoteva le tasse. Dopo la visita ritrovo all’albergue gli svizzeri e Oskar, ci salutiamo con grandi abbracci, qui le nostre strade si dividono. Le mie cose non si sono asciugate del tutto, pazienza. Parto di buona lena verso la stazione delle corriere, il sole risplende e mi sento felice, il vento fa volare le foglie sul fiume…cammino in senso contrario al Camino e un bambino mi dice: "ma che fai il Camino all’arrovescio?" Un vecchietto mi chiede se mi sono persa e poi mi augura che Dio sia con me sul Camino. Sono tuttitanto cari! Dopo il primo momento di eccitazione per essere su una corriera spagnola, mi assale il senso di tradimento…le mesetas si distendono ai lati della strada, niente di terrificante almeno in questa stagione, la campagna pare un misto fra il Tavoliere delle Puglie e la Pianura Padana solo un po’ più vasta. Arrivo al buio a Fromista e trovo subito i messicani con cui ceno, nel ristorantino deserto ci sono anche due anziani coniugi di Zurigo che è 89 giorni che camminano, sono usciti da casa loro e si sono avviati! E’ incredibile come al mondo vi siano delle vene luminose percorse da persone silenziose che fanno il loro cammino, la cosa mi commuove, in un mondo che corre all’impazzata verso Dio solo sa cosa, c’èchi sceglie di rallentare la corsa e vivere il momento, è bellissimo! Ricardo il messicano mi racconta una cosa molto carina; negli ultimi 24 km. fino a Fromista sono stati accompagnati da un cane di nome Benny che ha sul collare la scritta "perro peregrino" è un cane che tutti i giorni sceglie un pellegrino da seguire e che poi l’accompagna fino all’albergue di Fromista dove si ferma fuori dalla porta ad aspettare i suoi padroni che, tutti i giorni, lo vanno a prendere in macchina per riportarlo a casa. Il Camino è anche questo! In camera faccio una chiacchierata con un norvegese che mi pare subito "un succhia energia" visto che lui ne ha pochissima. Che tristezza avere aspettative! Lui si aspettava di tutto ma non quello che sta vivendo e così, naturalmente, ne è deluso. Il Camino è veramente una cosa diversa per ognuno che lo fa. Io mi sento fortunata, non mi aspetto niente ed ho tutto, dove tutto è: una frase carina ricevuta in internet, un muro romanico, la storia del cane, le spalle che non fanno più così male….tutto questo è per me cibo per l’anima che è ancora più importante del cibo per il corpo e che è la marcia in più così necessaria lungo il Camino, così come nella vita.

13 novembre - Fromista – Carrion de los Condes 20 km.

Verso Carrion, ma la strada è ancora lungaE così sto camminando fra...Reggio e Parma...si fa per dire ! Campi arati che d’estate devono essere coperti di grano, barbabietole e pioppi…niente di nuovo. Il Camino procede lungo la strada sottolineato da pilastrini con conchiglie di ceramica per poi inoltrarsi nella campagna. Cammino un po’ con Ricardo poi mi raggiunge il norvegese che ha notato che molte conchiglie, a detta sua, sono state rubate, ma è possibile che veda solo ciò che c’è di negativo?! Incontriamo dei bei levrieri che corrono liberi seguiti dal loro padrone…niente bar nei paesini deserti. Ora il vento soffia fortissimo facendomi camminare tutta storta, scoprirò poi che è stata una tempesta di vento che ha fatto tanti danni in tutto il nord della Spagna. Il bar e il sospirato cappuccino arriveranno assieme ad una chiesa templare magnifica a Villacazar de Sirga…La chiesa da fuori è imponente, quasi un castello ma è naturalmente chiusa…Gli ultimi 6 km. fino a Carrion sono nel vento sempre più potente e nella pioggia che non mi dispiacciono, è una sfida.
L’albergador di Burgos mi aveva detto che a Carrion ci sono due albergue ma che il più carino era quello delle clarisse, pare che qui si sia fermato anche San Francesco, sempre che abbia fatto il Camino cosa che non è certa, ma questo mi avrebbe comunque fatto scegliere questo albergue. Costa un poco di più di quello parrocchiale ma c’è il lusso di: acqua caldissima, letti con lenzuola e riscaldamento. Giro per il paese nell’acqua e nel vento che è da ribaltarsi, speriamo per domani ma il cielo non promette niente di buono. Dopo vorrei stare in cucina a leggere ma è arrivato il norvegese con un tipo francese che non mi piace niente…mi rendo conto che il Camino ti acuisce i sensi e l’intuito, la presenza di quel tipo mi butta fuori, meglio il vento che un sovraccarico di negatività. A cena con i messicani, buona, e poi a letto presto fra delle lenzuola, ci vuole ogni tanto!

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