diario di cammino di Angela Maria Seracchioli (inverno 2002)
pag. 13

23 novembre - O Cebreiro – Samos 32 km.
Mancano 150 km. a Santiago!
Tutti si svegliano, ci svegliamo tardi fuori la neve è aumentata ed ora nevischia. Infilo gli scarponi, l’unghia dell’alluce sinistro è schiacciata dalla fodera ondulata…spero che camminando nella neve qualcosa di positivo capiti al mio scarpone sinistro…il piede mi fa male ma mi piace camminare nella neve, mi sento a mio agio, all’orizzonte c’è l’arcobaleno. Dopo una prima parte su strada prendo un sentierino che mi porta all’Alto del Pojo dove un bel cappuccino mi da la carica. Il vento è aumentato ed il nevischio è gelato, mi raggiunge l’inglese e in una specie di tempesta di neve camminiamo e parliamo…parliamo tanto e di tutto scendendo lungo un sentiero ripido…il piede è sempre più acciaccato. Alle 13.00 siamo già a Triacastela e dopo una zuppa calda di lenticchie, ripartiamo, anche lui ha deciso di prendere la deviazione per Samos, un grande convento benedettino, il sentiero si allunga di qualche chilometro ma la meta pare interessante, ho ancora in mente le monache di Leòn e vorrei tanto godermi un po’ di gregoriano. E’ un peccato che il male al piede mi faccia zoppicare, perché il paesaggio è magnifico. Dopo qualche chilometro su strada siamo entrati in un bosco "fatato", grandi castagni e querce, ruscelli, minuscoli agglomerati di case, pare un bosco da elfi e gnomi. Capisco come i Celti si sentissero a casa loro in Galizia, questo è il bosco di Merlino, di Re Artù….di lady Chatterly. Piove, sono gelata e zoppicante ma riesco lo stesso a godermi il bosco. L’inglese è andato avanti e sono sola mentre la luce sta calando. Finalmente nell’ultima luce del giorno appare dietro una curva il grande monastero. L’inglese mi sta aspettando nell’albergue che è un tristissimo, un camerone all’esterno del monastero proprio di fronte ad una stazione di servizio….così ché il camerone oltre ad essere freddo puzza terribilmente di benzina. Lui mi propone di cercarci una pensione, idea che trovo fantastica…abbiamo appena il tempo di farci una doccia e stendere le nostre cose fradice sul termosifone prima che inizi il vespro. …che è una grande delusione, non c’è atmosfera e nessuna spiritualità, i monaci paiono essere scocciati di essere lì, non cercano di avere nessun rapporto con i "due poveri pellegrini" e cantano tutti stonati e senza entusiasmo. Altri pellegrini incontrati poi a Santiago mi diranno di aver avuto la stessa esperienza. Cena e a dormire, la camera dà su una cascata e pare di essere vicino al Niagara! Prima di dormire lui , che è molto più razionale di me, mi suggerisce di tagliare la soletta all’interno dello scarpone per dare più spazio all’unghia….fantastico, se solo ci avessi pensato prima! Rinasco, potrò camminare senza dolore.

24 novembre - Samos – Ferreiros 31 km.
Colazione insieme poi, al solito, parto per prima. Non piove, la giornata è grigiolina ma non fa freddo, la campagna è sempre molto bella ed anglosassone…canto spaciugando in sentieri fangosi che si aprono poi in prati delimitati da muretti. A 12 km. da Samos mi raggiunge l’inglese che si meraviglia di vedermi lì, era convinto che avessi perduto la strada perché nel suo di sentiero non vi erano le mie impronte….chissà chi dei due ha fatto quello giusto! Camminiamo ancora insieme, passiamo Sarria che è il punto d’inizio di chi fa solo gli ultimi 100 km. e saliamo fino a Barbadelo dove ci fermiamo nel piccolo albergue a mangiare un po’ della sua cioccolata….gli albergue in Galizia sono tutti uguali, un po’ freddini ed anonimi…non so se è una cosa mia e dell’inglese ma è come se sentissimo la fine del Camino in questa uniformità. Anche noi stiamo andando più in fretta quasi a voler finire e 30 km. al giorno sono divenuti la norma. Da un lato è bello perché il corpo ce la fa bene, dall’altro è come voler finire in fretta una cosa così bella che ti da dolore finirla per cui vuoi, assurdamente, liberartene. Ripartoda sola, ci ritroveremo al fatidico cippo che segna i100 km. e che non fotografo perché è tutto imbrattato di scritte…il Camino nell’ultima parte sembra degradato da troppi pellegrini, mi immagino che confusione ci deve essere d’estate e ancorauna volta sono felice di aver deciso di venirci d’inverno, sì fa freddo, la pioggia è una costante ma si è soli e questo è impagabile. L’inglese aveva deciso di "allungare" fino a Portomarin ed invece lo ritrovo all’albergue di Ferreiros dove siamo nuovamente soli. Unici altri esseri viventi l’albergadora che è proprietaria dell’unico barretto e che ci fa la cena. Notte agitata, non dormo quasi niente leggo e rileggo la guida per decidere la tappa successiva…sono un po’ giù….il gioco sta finendo.

25 novembre - Ferreiros – Palace de Rei 33 km.

Oggi io e l’inglese ci lasciamo definitivamente e la cosa mi rattrista,era bello camminare insieme ma questo fa parte del gioco del Camino. Io ho deciso di fermarmi a Eirexe, lui proseguirà per Palace de Rei. Dieci minuti di sole e poi entro in una nebbia fitta, ho fatto lo zaino malamente e me lo sento tutto storto, sono stanca fin dall’inizio, risento della notte insonne e della partenza senza colazione. Mi fermo a Portomarin che non mi piace ma forseè solo perché io sono storta come il mio zaino. Nel bar dove mi fermo a lungo a fare un’abbondante colazione c’è anche internet, trovo messaggi di amici incontrati sul Camino ma quello che mi fa più piacere è quello diPaola che mi dice che la sua tendinite sta andando bene e che è felice per tutta una serie di cose che le sono accadute…mi fa piacereper lei. Riparto dopo questa lunga sosta, cammino lentamente, mi sento disidratata e ho la borraccia vuota…che stupida! In cima ad una salita da dietro un cespuglio sbuca di nuovo l’inglese e così camminiamo di nuovo insieme per un po’. La campagna non è più così interessante e i chilometri paiono più lunghi, se stessi ad ascoltare la stanchezza mi fermerei a Eirexe ma oggi la mia solitudine, che tanto mi piace, è divenuta "loneliness", mi sento sola e non mi va di esserlo sta sera, così lascio che l’inglese vada avanti e riparto quando lui è scomparso all’orizzonte….ancora 9 km….. non si è sempre gli stessi! A Palace de Rei ci sono l’australiana e il ragazzo e altri che non conosco e che hanno fatto tappe diverse dalle mie….sono così stanca che faccio una lavatrice e "lavo" anche un rullino che era rimasto dentro una tasca.

pagina precedente
2
3
4
5
6
7
8
pagina successiva
9
10
11
12
13
14
15
16