diario di cammino di Angela Maria Seracchioli (inverno 2002) |
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10 novembre -
da Belorado a St. Juan de Ortega 24 km. Su e giù per ondulazioni dolci, la spalla non mi fa molto male e il vento è fresco. Sulle 11.30 arrivo a Villafranca Montes de Oca dove mangio un boccone con gli svizzeri prima dell’ "ardua salita" come la chiama la guida che, in realtà è una dolce salitella lungo cui incontro un ometto che sta raccogliendo delle bacche nere oblunghe che, mi spiega, servono a fare il Pacharan (finalmente so come sono!) e che mi chiede di "pregare per lui l’Apostolo" è strano e bello come tanti spagnoli ti considerino e ti rispettino come pellegrino, ne sento la responsabilità! Dopo la salita si arriva su una specie di altipiano che assomiglia a certi passi appenninici. Il sole è dolce e il vento fa cadere le foglie, cammino tranquilla gustandomi il silenzio. Poi si entra in un bosco fitto ma il sentiero è molto largo e lungo, tanto lungo. Ad una curva finalmente appare St. Juan de Ortega, una chiesa solitaria e misteriosa, è molto bello arrivarci anche perché ora la spalla mi fa tanto male. L’albergue è gelato, abbandonato, nessuno ad accoglierci ma almeno ci sono dei letti e …niente doccia a meno che non la si voglia fare gelata! Vicino alla chiesa che è a pianta greca, bellissima un capolavoro romanico, c’è un baretto che è l’unico posto in cui si può mangiare qualcosa e stare al caldo. Ceniamo tutti insieme (per me la solita tortilla!) e poi a nanna prestissimo! Morale all’una sono sveglia….passo un po’ di tempo a leggere la guida nel bagno gelato per non disturbare gli altri. Domani arrivo a Burgos dove penso di fermarmi due notti …ho bisogno di riposare la schiena che fa veramente male poi…si vedrà! 11 novembre -
St. Juan de Ortega Burgos 27.5 km. io però ne faccio solo 20! Ho proprio voglia di andare all’albergue perché sono troppo stanca per fare del turismo con lo zaino in spalla e so che è lontano dal centro. Arrivo proprio alle 14.00 quando apre, mi aspettavo un posto triste, così mi era stato descritto ed invece è carino e caldo, tante casette di legno in mezzo ad un parco, l’ "albergador" è un tipo burbero ed autoritario pieno di regole ma simpatico, i letti sono puliti e la doccia caldissima! Bel presto arrivano il giapponese e Oskar, alle 15.00 andiamo a mangiare nella mensa dell’università come ci ha consigliato l’ albergador, è a due passi e per molto poco si mangia un buon pasto. Poi arrivano l’americano e i francesi e dopo aver fatto il bucato di tutto quello che ho nello zaino andiamo tutti a fare i turisti. Il vento si è calmato ed è pure uscito il sole. Visita alla cattedrale e alla chiesa gotica di St. Nicolas bellissima! Poi a bere un caffè e a cena che mi offrono molto carinamente i francesi, il posto è molto carino pieno di spagnoli che fanno chiacchiere, mi piace questo loro uso di trovarsi al caffè che pare molto comune specialmente fra le donne. Prima di andare a letto l’americano, che è un massaggiatore professionista, mi fa un massaggio divino alle spalle che me le restaura. Dormo bene. |
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