Cammino Primitivo - il racconto di Elda (agosto 2007)
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Grandas de Salime Fonsegrada km 26,8
Colazione al buio nei giardinetti, biscotti, banana e coca cola dalla macchinetta, tira vento. Si parte alle 6.30, incomincia a piovere, dopo un po' (5km) arriviamo a Castro, ci si ferma per il caffè con leche.
Che piacere una vera colazione calda! Incontro i 2 milanesi incontrati nell'albergue ad Oviedo e partiti un giorno prima di me, Gigi lo zio ed il nipote Giorgio, un giovanottone rosso di capelli che, nonostante l'apparenza, fa il prete. Ci salutiamo, li incontrerò più volte nel camino. Il gruppo degli spagnoli decide di proseguire con calma perchè Pepa non sta molto bene, io proseguo con Stefano, è ancora buio e piove.
Si percorre un pezzo di statale, nubi basse incombono sulle colline, il vento non cessa mai  e diventa sempre più sferzante man mano che si sale.
Si arriva per sentiero fino a Puerto dell'Acebo  (m1024). Fa freddo e piove, mi proteggo ulteriormente con la mantellina di nylon avvolgendomi come un bozzolo. L'altitudine non è eccessiva, ma sembra di essere molto più in alto, intorno a me lande ondulate a perdita d'occhio ricoperte d'erica e di fiori gialli. Scendendo dal passo vedo il segnale che indica che entriamo nella Galizia, addio Asturie!Ora la segnalazione cambia: la direzione della concha è contraria di quella asturiana.  Stefano non si ferma mai, neanche per pisciare, ma io non lo mollo.
Dopo una lunga salita entriamo a Fonsagrada.
E' una cittadella insignificante con tutti i segni di una  passata modernità  che si snoda sulla strada principale.
La attraversiamo ed a Patron, 2km dopo arriviamo   all'albergue. C'è la Protecion Civil che ci accoglie; sono le 12,40 e siamo i primi. L'albergue è super! In Galizia si ha una maggior attenzione per gli albergue a differenza delle Asturie. Pulito, con camerette di 4 letti castello, due bagni ben attrezzati, cucina, stufa... e posto per mettere ad asciugare. Il fatto di esser prima, mi permette di scegliere il letto migliore, di farmi una doccia con calma e poi il bucato. Poi divido il mio pasto (Ho una fame! Mai mangiato niente dalla mattina) con Stefano che ...non ha nulla. Mi offre una coca. Arrivano gli spagnoli, poi i milanesi ed alla spicciolata altri pellegrini ben inzuppati perchè la pioggia è aumentata.
Di sera andiamo al paese, il tempo si è messo al bello, tira un freddo vento atlantico che mi induce ad indossare tutto quello che ho. Oggi è il 15, è festa ed è tutto chiuso. Ci fermiamo in un locale a mangiare il polpo, poi in un altro per la cena vera e propria: caldo gallego, che è una minestra, carne, vino ed altro per solo...6,50 euro. Si saranno sbagliati?  
Tornati nell'albergue, sistemo le scarpe che son bagnate sulla stufetta dove c'è una costruzione traballante di calzature varie  e calzini.  Devo stare attenta che non me le spostino. Finalmente a letto. Dormo della grossa, quando verso le 24 mi sveglio per un'asse del letto sopra che mi cade sopra. Per poco che Giorgio, il prete non mi precipiti addosso. Con cautela scende, e facciamo cambio di letto, visto che sono più leggera. Sto immobile per non far crollare il letto, dormo poco.

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