Cammino Primitivo - il racconto di Elda (agosto 2007)
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14 agosto  Penaiseta  Grandas de Salime Km 35
Parto alle 6.30 con Stefano e gli spagnoli, è buio pesto.
Risaliamo 8 Km che mi riconducono al Puerto del Palo m1145 per un dislivello di circa 600m.
Quando siamo in cima è chiaro, soffia un vento freddo, attorno a noi un susseguirsi di lande ondulate  ricoperte di erica.
Si prosegue mantenendosi più o meno in  quota. Il paesaggio è stupendo, arriviamo al villaggio di Montefurado, 4 case in pietra, un cane che si fa accarezzare ed una distesa a perdita d'occhio di montagne. Qui si è lontani da tutto, non ci sono paesi, nè strade vicine. L'emozione è intensa, con gli altri del gruppo sento di condividere le stesse emozioni, la conoscenza personale è un dettaglio non necessario.
Però ho fame! Ho mangiato poco. Finalmente arriviamo a Lugo, sono le 9.00 c'è un unico bar dove si possono farsi timbrare le credenziali. Non hanno molto, ma un buon caffè con leche e merendine mi rimette a posto. Si prosegue, per  Berceudo e la Mesa. La Mesa è un villaggio sperduto senza negozi o altri servizi, sul sentiero vedo l'albergue, è desolato.
Se si sceglie di fermarsi qui, bisogna rifornirsi di cibo prima. Un prete simpaticissimo (lui sapeva tutto perchè il camino lo aveva fatto più volte) che incontrerò successivamente mi informerà, che la signora che abita nella casa rossa prepara una cena squisita per soli 10 euro servita nel propria cucina, vale la pena di provare!
Dalle alture si gode della vista dei laghi artificiali che stanno nel fondovalle, si intravede il percorso e Grandas de Salime sull'altro versante della valle. Ora inizia la discesa. Si segue il sentiero, ma nell'attraversare il bosco di castagni, i segnali sono meno evidenti, il lago è ai nostri piedi, ma non ci sono scorciatoie, occorre percorrere dall'alto tutta la sua lunghezza  fino ad arrivare alla strada asfaltata. Siamo stanchi ed affamati, non ci siamo mai fermati.
Si intravede un bar lungo la strada e la speranza di una sosta ristoratrice ci sprona nel cammino. Arriviamo al bar, ma nonostante le guide ci abbiano assicurato il servizio, la porta impolverata piena di ragnatele ci fa pensare che sia chiuso da molto tempo. Unico messaggio: il numero di servizio taxi.
Io ho un unico panino ed un po' d'acqua, gli altri poco o niente, ma è la sete che si fa sentire di più, bevo un po' e offro la restante acqua a Maria e Teresa. I maschi ... restano a bocca asciutta.  Ricordarsi di fare provviste d'acqua, lungo la strada  non ci sono fonti. L'ultima parte del percorso è in salita su strada asfaltata, è faticoso. Soffro la sete ed il caldo e sono stanca. Il gruppo si allunga, in testa ben distanziato Stefano, Amador, io, poi Alberto con le due donne.
La lingua mi si attacca al palato, che sete! Per fortuna che a metà strada dall'inizio della salita c'è una provvidenziale fonte, succhio avidamente la poca acqua che sgorga e faccio provvista. Ancora qualche curva ed ecco il paese di Salime. Alle 15,40 arriviamo all'albergue.
Ma che delusione! Mai visto un dormitorio così sporco e deprimente. E' un unico stanzone con letti a castello di tre piani addossati uno all'altro, non c'è spazio per mettere lo zaino, nè per far asciugare il bucato. Una doccia ed un water completano il tutto. Mi faccio comunque una doccia, gli spagnoli hanno trovato posto per le donne  in un albergo vicino.
Parto alla ricerca di una sistemazione migliore. Con me si unisce Adela, una simpatica spagnola che parla bene l'italiano, consideriamo anche l'opportunità di dormire in una palestra, ma non è il caso, è aperta e non ci sono servizi.
Reincontro i compagni di Camino  ed andiamo a cena in una bettola  perchè le altre osterie sono già prenotate. Il rude oste che traffica nella cucina separata da una parete di cartone ci porta (questi sono i primi di una serie di cene)  il tradizionale polpo condito con olio e spezie, poi vino, pane e formaggio. Pago 10 euro, ma è troppo per un posto così squallido ed un servizio arrangiato alla meglio. Mi arrendo all'albergue, mi sistemo al secondo piano letto e cerco di dormire, nonostante le gocce prendisonno non mi addormento. Sibili, fischi, brontolii, i russatori non  danno pace, e poi c'è uno suonato o ubriaco? .... che entra ed esce in continuazione. Sarà mezzanotte o giù di lì,  Stefano  si alza ed incazzato nero lo fa smettere. Prendo altre gocce e finalmente mi addormento. Ad averlo saputo prima, dopo una sosta, avrei proseguito per 5km fino all'albergue successivo che è privato, e che per poco offre camere dignitose ed un'ottima cena e colazione! 
Ma avrei dovuto incontrare Giorgio il solito prete che sapeva tutto!

 

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