Cammino Primitivo - il racconto di Elda (agosto 2007)
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13 agosto Tineo Penaiseta   Pola de Allende
Parto da Tineo alle 8.30, inizio il sentiero con Silvie, prendiamo il caffè, il pane ed empanada (è un'ottima focaccia tipo pizza  farcita ) per pranzo.
E' nuvoloso, ma non piove, si va per  boschi. Ad un bivio decido di proseguire da sola, io ho il mio passo e  mi va di seguire il mio ritmo ed i miei pensieri, lei prosegue con un tedesco tutto tatuato ed uno delCosta Rica  provvisto  di bastone da pellegrino personalizzato con piume tropicali verso il monastero de Santa Maria de Obona. Sul  sentiero finora percorso che si snodava per monti boscosi  abbiamo incontrato diversi pellegrini. Cammino da sola per boschi fino ad immettermi sulla strada asfaltata che attraversa Villaluz. C'è  un negozio,  dove compero le pile per la fotocamera ed una trattoria con albergue, dopo di questi punti di appoggio non ci sono più posti  dove rifornirsi o riposare. Passo Borres dove non c'è niente se non 4 case, stalle ed un albergue molto spartano.
Se si decide di fermarsi, bisogna rifornirsi prima di viveri. Arrivo presso un gruppo di case prima di Samblismo dove un cartello indica due possibilità: per Porciles fino a Palo de Allende (Km 11,6 da Borres) oppure la via montagnosa che sale fino a 1200m. Non ho una cartina dettagliata, osservo, confronto e.. scelgo quella che mi pare la più breve almeno sul cartello sembrava tale.
Pagherò la mancanza di una maggior attenzione !!
Proseguo fiduciosa in salita pensando di far solo 5Km fino al prossimo paese.
Mi fermo a mangiare l'empanada presso la capella di San Pasqual, è tutto così calmo che sembra irreale. Inizio un sentiero in salita, calcolo che mi mancheranno 3,5 km per il prossimo paese. Niente in vista, ad ogni curva esamino il paesaggio, un susseguirsi di alte colline ricoperte di erica.
E'da un po' che non vedo nessuno, tra la desolazione del paesaggio, incontro due uomini. Chi saranno? Sono sola, sono un po' azianotti e sembra facciano una passeggiata, li saluto. Arrivo alle rovine di Fanfaron, l'antico hospital che dava rifugio nel punto più ostile del percorso.  I cavalli scappano quando mi vedono, sono tanti e sono spaventati,  spero che non mi si rivolgano contro, devio dal  percorso. L'ambiente è selvaggio, una distesa di erica e pochi abeti.
Sono sola e pare che nessuno  sia mai passato per qua anche se il camino è ben tracciato, se mi succedesse qualcosa, nessuno saprebbe che sono qua al di fuori del mondo. Proseguo, arrivo al passo della Marta ed intravedo la valle lontana che si snoda.
C'è una macchina parcheggiata, credo che sia di quei due incontrati 1 o 2 ore fa.
Ho fatto tanta strada e sono stanca, proseguo fino a Puerto del Palo alt. 1.145.
Qui la vegetazione ed il clima è come quello dei nostri monti sui 1900, tira vento e ci sono le pale eoliche su tutta la cresta , ne vedrò molte altre lungo il percorso.
Finalmente sono su una statale. E faccio il punto sulla cartina. Le cose non coincidono, sorge il dubbio a lungo ignorato: sono nella giusta direzione?
Chiedo a dei ciclisti. NO; NON lo sono.
Se proseguo, devo andare fino a La Mesa, distante 20 km. Sono molto stanca, devo risalire il Passo e poi scendere per 12Km.
Ci sono delle auto che passano, faccio autostop facendo attenzione al tipo di auto che mi da più fiducia.
Non si ferma nessuno, chi vuoi faccia salire un'autostoppista non proprio giovane con zaino al seguito?
Un furgone  di marocchini che tornano dal lavoro! No Gracias. Finalmente si ferma un'auto. E' una coppia di giovani italiani di Pordenone, com'è piccolo il mondo. Arrivo a Penaiseta dove rivedo Silvia che sta arrivando con molta calma.
Dopo tanta fatica, avrò percorso 40 km, è una grande gioia sapere di poter riposare e rivedere i compagni del Camino, mi rallegra. Saluto Stefano e gli spagnoli. Doccia, bucato, mangio quello che ho ed arriva il momento più bello della giornata che lo godo intensamente, più si fatica, più si apprezzano le piccole cose come.. stendersi sul prato e godersi l'ultimo sole. E' una meraviglia.
Gli spagnoli mi propongono di raggiungere Allende con taxi per la cena.
No, gracias, soy muy cansada.
C'è un bar e vado lì sotto la pergola  insieme a Silvie ed alla signora olandese insegnante di latino e greco.
Mi racconta in un ottimo inglese che ha anche lei ha perso in bagagli. Si chiacchiera, si beve un ottimo vino e  mangio un   boccadillo, altri pellegrini incontrati per strada si uniscono a noi per condividere il vino e le diverse esperienze in un misto di linguaggi che supera ogni  incomprensione e  la solitudine sui monti  è già un ricordo.
Consiglio: Valutate bene se prendere  la strada per Fanfaron, è lunga, in salita e terribilmente desolata.
In caso di maltempo, e capita spesso perchè il clima nelle Asturie è molto variabile e piovoso per le correnti umide atlantiche,  non ci sono ripari, fa freddo e spesso cala la nebbia. E' un ambiente selvaggio e lontano che  dà forti emozioni, ma prima di affrontarlo bisogna valutare le proprie forze.
Una tappa possibile è partire da Borres   ed arrivare a La Mesa Km 30 anzichè Borres Penaiseta km 21.

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