Grazie ai suggerimenti del padre francescano ho lasciato Lezhe per Torovica percorrendo una vecchia strada chiamata del comunismo evitando il traffico della superstrada che era molto più corta.
Il paesaggio è agricolo con terre coltivate a mais e ad altri cereali con mucche e pecore lasciate a un pascolo libero. Le case sono molto isolate carine, la strada è dissestata, buonissima per chi va a piedi ma difficile per le auto a causa delle molteplici buche.
Tutti si fermano per scambiare una parola e le auto vorrebbero aiutarti per darti un passaggio perché ne vedono pochi a piedi con lo zaino.
Vedo oltre ai pulman, piccoli mezzi di trasporto e carri tirati da cavalli. Per la strada non ci sono molti bar o market per cui non trovo niente da mangiare. Per mia fortuna dopo tre ore di cammino avviene il miracolo e mi fermo per un caffè dato che non conoscono il cappuccino.
Vengo avvicinato dalla gente locale che mi dice che sono a Torovica e che bisogna accontentarsi dei pochi generi esistenti e vengo a sapere che ci sono almeno 5 negozi. Qui mi si avvicina un ragazzo che conosce bene l’italiano e che mi fa d interprete e mi dice anche che è in procinto di partire per la Germania ove ha altri fratelli che lavorano lì.
Rinfrancato riprendo la mia strada salutato dalla gente che lavora tra i campi sotto il sole cocente quando all’improvviso un ragazzo molto gentilmente mi invita a prendere qualcosa di fresco a casa sua.
Non volevo disturbare ma insiste tanto che devo accontentarlo. Quì mi portano l’acqua fresca e mi fanno gli onori di casa il padre, la sorella, il fratello maggiore con la moglie ed il piccolo Emiliano che mi offrono ancora formaggio e di latte speciale.
Si comincia a parlare e vengo a sapere che il capofamiglia è andato a lavorare in Germania e alla fine mi fanno vedere le foto.
Alla fine riprendo il mio viaggio cercando di pensare che ho ancora circa 22 km per Scutari con un gran caldo per cui mi fermo ai bar per una birra fresca.
Alla fine giungo a Shkoider vengo a sapere con mio grande dispiacere che devo percorrere ancora km 5 per il centro e non mi rendo conto xche ero giunto al santuario.
Alla fine arrivo vicino alla moschea e al convento dei francescani che min danno alloggio e mi trattano con grande generosità.
Dopo aver fatto una stupenda doccia vado a cena dai frati che mi forniscono informazioni utili per il mio tragitto.
Qui essi parlano un italiano più corretto del nostro. La gente è stupenda e speciale oltre che generosa e cerca di accoglierti con tutti gli onori, è vero che c’è molta disoccupazione ma è anche vero che spesso svolgono più di un lavoro e che hanno tanta voglia di lavorare.
Il prossimo che mi dirà che sono fannulloni sarà preso a calci dal sottoscritto perché non è giusto parlare per modo di dire degli altri e non è nemmeno corretto trattarli male.

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Ciao Cosimo