Carissimi amici,
purtroppo non è passata soltanto un’estate ma è proprio trascorso più di un anno da quando ci siamo conosciuti in quella maniera così insolita, lungo i sentieri assolati di Spagna, alla volta di Santiago.
“ Ah! Santiago/ luogo Santo/ meta finale di noi pellegrini/ dove finalmente/abbiamo potuto riposare/ all’ombra della Sua presenza”.
Il pensiero e il ricordo di quei giorni è sempre presente nella mia memoria come certamente lo sarà anche nella vostra. Con le stesse vive e intatte emozioni: come se l’avessi appena terminato.
Quello che più mi ha colpito è stato constatare come questo “ lungo Cammino”, con qualsiasi motivazione ognuno di noi l’abbia intrapreso, giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro, ha saputo avvolgerci e immergerci in quella sua atmosfera così particolare, legandoci a sé, attraverso forti emozioni e ricordi che difficilmente si potranno dimenticare.
Così senza accorgerci, all’arrivo, davanti al Portico della Gloria, ci siamo resi conto che i nostri occhi erano stati “ purificati “ facendoci guardare alle cose e a quanti abbiamo incontrato, ogni giorno sempre più, in un modo del tutto nuovo e diverso rispetto a quando siamo partiti.
Solo allora, finalmente “ il Cammino “ ci ha svelato il suo segreto: averci “ permesso ” di riscoprire una vita semplice, fatta di piccole cose, di piccoli gesti che ci hanno fatto avvicinare, con attenzione,“gli altri” con una naturalezza e una disponibilità che avevamo perso nel nostro quotidiano normale.
Per questo lo stupore che abbiamo provato di fronte a tale scoperta, ritornando a casa, non deve farci dire che ” abbiamo vissuto una esperienza da sogno” ma, CON GIOIA, di avere avuto la possibilità di” vivere il sogno di una vita possibile “…e auspicabile. Questo è il messaggio che “il Cammino” ci dona e che dovremmo sforzarci di vivere tra le pareti della nostra quotidianità.
Visto che siamo sul tema del Cammino, vi faccio partecipe di uno scritto che mi ha suggerito la partenza, in solitaria, di una mia amica e che le ho inviato come augurio scherzoso.
Per una perfetta immedesimazione dovete però seguire pedissequamente quanto viene detto più sotto!!! Tutto questo vi permetterà di ricreare e a farvi entrare sia nell’atmosfera sia nella forma mentis… degli antichi pellegrini medievali.
Consigli utili
su dove e quando leggere questo scritto
LUOGO: la lettura andrebbe fatta possibilmente in una Chiesa romanica.
Se non l’avete a portata di mano potete rimediare anche con una
gotico.
QUANDO: dopo la benedizione serale in modo che l’aria sia ben satura d’incenso.
COME: alla luce di sole candele o eventualmente di torce. No pile! |
La despartita por lo Camino de Sancto Jacopo en Compostela
de ‘na femina sanza nullo acompagno
PRIORE DE LA CONFRERIA
Hora in toda humilitas Maria peregrina dime:
Sei tu pronta a la partenza?
Hai ne le gambe una si forte potenza,
che longo lo Camino a te darà robustosa resistenza?
Sai che de lo marito, filius et amisi, tu canoscerai lo dolore de l'astinenza?
Dime ancor benedicta donna: de tucto esto tu avessi canoscenza?
MARIA PEREGRINA
In vero de tucto esto lo cervelo mia ha avuto incontinenza
Ma a mi non dole e nol me tange tucta ‘sta evenienza
Tucto esto soporterò cun alquanta patienza.
Cosa sum este difficultade desfronte a esta aventura de cossienza
cha me disen che per ire in Paradiso, esto Camino, vale più de ‘na bona esistenza !!!
PRIORE DE LA CONFRERIA
Se esta es tua sanctissima voluntate è lo quel che tu penzi lo disi senza impertinenza
tu puotem ire acompagnata cun nostra benedictione e da tucta la tua irruenza !!!
Tua Fide et la Credenziale che te donemo in plena gaudenza
in esto periglioso camin te sia de ajuto per trobar semper bona et iocunda atcolienza
( LO MARITO ‘NTEL SO CERVELO )
Cum esperantia nostram che tu pote retornar andrio cun poco più de sapienza
. . .ma solo nostrum Domine Deo pote saver de esto, in te la Sua clara omniscenza!!
PRIORE DE LA CONFRERIA
Così, sora peregrina abemus dicto. E così desponemo per tua sancta partenza
et tucta tua peregrinationem fiat in plena humilitate, significationem et penitenza!
( LO PRIORE ‘NTEL SO CERVELO )
Che Domine Deo cun tucti li Angioli et tucti li Sancti de lo Paradiso ce scampoli da sta femina cun a cusì tanta indipendenza
Donde ireremu a finir se a tucte le femine venisse in te la testa ‘sta impatienza
de far tucto da per lora. Sanza più haber dell’ homeni nullo rispecto et deferenza? |
Rogerum A.D.MMV
Ultreya! A sus eya!
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