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La battaglia di Clavijo

Viene denominato battaglia di Clavijo il leggendario scontro militare, ritenuto però per secoli come realmente avvenuto, tra le forze di Ramiro I, re delle Asturie, capitanate dal generale Sancho Fernández de Tejada, e forze mussulmane. La battaglia si svolse sul cosiddetto Campo de la Matanza, nei pressi di Clavijo, piccolo centro fortificato de La Rioja, a 15 km da Logroño, il 23 maggio 844. Probabilmente sotto il nome di Clavijo si intendono diverse battaglie avvenute in vari luoghi e in date diverse, nell'ambito della Reconquista.
L'idea di un'unica battaglia, a Clavijo, con la partecipazione miracolosa del Santiago Matamoros, fu un'invenzione letteraria per giustificare alcune istituzioni e per compattare lo spirito comune delle popolazioni spagnole cristiane. Comunque, quello che si sa dalla Cronaca Najerense, a riguardo delle campagne militari di Ramiro contro gli arabi e dalle cronache islamistiche di Abderraman II che trattano le spedizioni militari moresche contro Alava, ci dà conferma di cruente lotte nella zona della Rioja.
Fonti asturiano-leonesi ci dicono che Ordoño I, figlio di Ramiro I, circondò la città di Albelda e stabilì la sua base sul monte Laturce, nello stesso luogo dove la leggenda localizza la battaglia di Clavijo. E i reperti archeologici non lasciano dubbi: ad Albelda ci fu un grosso combattimento.
La battaglia avrebbe avuto origine dal rifiuto di Ramiro I delle Asturie di continuare a pagare agli emiri arabi il tributo “delle cento fanciulle”. Le truppe cristiane di Ramiro, guidate da Sancho de Tejada, cercarono di prendere contatto con il nemico, con Abderramán II al comando, ma, una volta arrivati a Nájera e Albelda, si ritrovarono circondati da un grande esercito arabo, per cui i cristiani dovettero rifugiarsi nel castello di Clavijo sul Monte Laturce.
Le cronache raccontano che Ramiro fece un sogno in cui l'apostolo Santiago gli assicurava il suo appoggio nella battaglia. Il giorno dopo, il 23 maggio 844, gli eserciti di Ramiro I, incoraggiati dalla presenza dell'apostolo guerriero sul suo destriero bianco, affrontarono l'esercito musulmano. Sancho de Tejada con i suoi tredici figli e gli uomini di Ramiro ottennero una grande vittoria che liberò i cristiani dall'ignominioso tributo “delle cento fanciulle”.
Dopo la vittoria, in onore dell'apostolo San Giacomo, Ramiro ordina la costruzione della chiesa di Santiago e concede a Sancho alcuni privilegi e l'onore di portare il sprannome “nobiliare” de Tejada, in memoria del ramo di tasso, usato dal generale a mo' di arma quando la sua lancia si spezzò in combattimento.
In ricordo della battaglia, nella città di Calahorra, Ramiro, nella data del 25 maggio, decise di istituire il voto di Santiago, impegnando tutti i cristiani iberici a fare un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, portando offerte in segno di gratitudine a San Giacomo per il suo intervento in battaglia.
Per l'occasione il re avrebbe imposto anche una tassa a favore della Cattedrale Compostellana, cosa che, come il mito di Clavijo, non risulta autentica, in quanto la donazione alla diocesi di Compostella risale effettivamente al XII secolo. Storico oppure no che sia stato l'evento, l'Apostolo divenne simbolo della lotta contro l'Islam, protettore della Spagna e riconosciuto anche come Santiago Matamoros.
Il pellegrino che sta per raggiungere Logroño, rivolgendosi verso sud, sulle elevazioni in lontananza, potrebbe scorgere il castello di Clavijo che gli rammenterà la “storia” della celebre battaglia.



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