diario di cammino di Veronica Bronzato di Belluno (luglio-agosto 2005)
pag 2

14 luglio: Villamayor-Viana 30 km. Da Villamayor a Los Arcos il percorso è facile ma sono 12 km di nulla assoluto, quindi è consigliabile farli nel primo mattino. Attenzione agli ultimi 10 km da Torres del Rio a Viana perché non c’è un filo d’acqua e la città compare molto presto agli occhi del pellegrino, ma sembra non avvicinarsi mai. Psicologicamente è durissima, soprattutto se fa molto caldo. Viana è bella, vale la pena fermarsi. C’è un rifugio privato e uno parrocchiale a offerta libera. Non c’è acqua calda e uno posto decente per stendere i vestiti, quindi ci si deve adattare.

15 luglio: Viana-Ventosa 27 km circa. Si passa per Logrono, che è una vera e propria città, meglio munirsi di frutta e acqua perché poi c’è molta poca vita. Ventosa è un paesino piccolissimo con un bel rifugio a 6€ con acqua calda. Vale la pena.

16 luglio: Ventosa-S. Domingo de la Calzada 31km. Attenzione perché prima di arrivare a S. Domingo la strada è poco frequentata e sempre sotto il sole. La cittadina finale è però molto bella, ci sono due rifugi, uno vicino all’altro e comunque le vie sono sempre segnalate. Poco distante ci sono anche una lavatrice e una asciugatrice a gettoni, anche se comunque nei rifugi c’è sempre la possibilità di lavare a mano e stendere i vestiti. Ci sono diversi ristoranti, fuori sono esposti i menu del pellegrino. Attenzione, i piedi cominciano a fare male e le vesciche devono essere curate.

17 luglio: S. Domingo-Belorado 23 km. Anche in questa tappa si è fuori dal mondo, gli ultimi 5 km sono su strada sterrata che fiancheggia la statale, non è molto bello. Belorado è un paese abbastanza grande, ci sono due rifugi, uno parrocchiale con offerta libera e uno più avanti a 250 metri più bello e con lavatrice. Dormire nei rifugi parrocchiali ha comunque più forte il senso della comunità e della condivisione, soprattutto quando nei rifugi, come in questo appunto, c’è a disposizione la cucina.

18 luglio: Belorado-Atapuerca 30 km. Alcune guidemettonocome tappa per fermarsi San Juan de Ortega, ma se si ha ancora del tempo è meglio procedere verso Ages o appunto Atapuerca, dato che a San Juan non c’è acqua calda e c’è solo un bar, nulla di più. Per arrivare a San Juan si deve superare l’Altode La Pedraja, ma non è un dislivello eccessivo, si arriva a 1000/1100 metri di altitudine, è solo un po’ fangoso se piove. Ad Atapuerca c’è solo un rifugio, attenzioneperché si riempie facilmente. 3 km dopo c’è Olmos de Atapuerca con un rifugio a 6€, c’è la cucina, ma non c’è la possibilità di comprare cibo, per cui ci si deve attrezzare prima, altrimenti si può corrompere un ciclista che vada a fare la spesa, come abbiamo fatto noi.

19 luglio: Atapuerca-Burgos 20 km. Se si parte da Olmos bisogna stare attenti a non perdersi, come è successo a noi. Se si parte molto presto la mattina non è facile trovare la strada giusta. Comunque Burgos è una città segnalata e vale la pena fermarsi, bisogna solo sopportare il passaggio di tutta la periferia e quindi tanto asfalto. Ci sono due rifugi grandi, quello più bello è alla fine della città a 3€. È diverso rispetto ai rifugi trovati prima, molto più intimi. Qui i letti a castello sono tutti ammassati. Non c’è possibilità di cenare se non ci si attrezza personalmente. Meglio arrivare nel primissimo pomeriggio e alle sei di sera, se ci si prenota per tempo, c’è a disposizione dei pellegrini un trenino gratuito per fare il giro della città. Un servizio valido è anche quello degli infermieri che alla sera arrivano al rifugio per controllare vesciche e altri disturbi ai piedi che cominciano a farsi sentire in modo vistoso.

pagina precedente
2
3
4
5
     
pagina successiva